Trattamenti funzionali

Sabbiatura

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Sabbiatura

La Sabbiatura dei Metalli: Trattamento di Superficie Essenziale

La sabbiatura dei metalli è un trattamento di superficie impiegato per pulire, levigare e preparare i metalli alla successiva lavorazione. È un processo meccanico che consiste nel proiettare ad alta velocità particelle abrasive su una superficie metallica per rimuovere contaminanti come ruggine, vernici, ossidazioni, incrostazioni o impurità.

In cosa consiste la sabbiatura

Il processo avviene tramite una macchina sabbiatrice, che utilizza un getto d’aria compressa (o acqua ad alta pressione) per spingere materiali abrasivi contro la superficie del metallo. Questo impatto abrasivo consente di:

  • Rimuovere efficacemente lo strato superficiale indesiderato;

  • Ottenere una finitura pulita e uniforme;

  • Migliorare l’adesione di rivestimenti successivi come primer, vernici, smalti o zincature.

Il trattamento è applicabile a vari tipi di metalli, tra cui acciaio, ferro, alluminio, rame e leghe speciali, ed è diffuso in ambiti industriali, edili, automobilistici e navali.


A cosa serve la sabbiatura dei metalli

La sabbiatura ha molteplici finalità pratiche:

  • Rimozione di ruggine e ossidazione: elimina efficacemente la corrosione e le incrostazioni che si formano col tempo.

  • Pulizia profonda della superficie: rimuove grasso, sporco, vernici e altri residui.

  • Preparazione alla verniciatura o zincatura: crea una micro-ruvidità ideale per garantire una maggiore adesione dei rivestimenti.

  • Restauro e manutenzione: viene usata per riportare a nuovo componenti metallici danneggiati, come parti di macchinari, strutture o telai.

  • Levigatura e rifinitura: elimina graffi, sbavature e irregolarità, migliorando anche l’estetica della superficie.


Come si esegue la sabbiatura

Esistono diverse tecnologie per realizzare la sabbiatura:

  • Cabina di sabbiatura: utilizzata per piccoli pezzi; assicura un ambiente controllato e limita la dispersione delle polveri.

  • Granigliatrice: adatta a componenti grandi o difficili da movimentare; può essere automatica o manuale.

  • Pistola sabbiatrice manuale: consente l’intervento diretto dell’operatore ed è ideale per zone specifiche o restauri localizzati.

Durante l’operazione, è importante mantenere l’ugello a una distanza e angolazione costante (circa 45-60° e 20-30 cm) e muoverlo in modo uniforme per garantire risultati omogenei.


Materiali abrasivi utilizzati

La scelta del materiale abrasivo dipende dal tipo di metallo e dal risultato desiderato:

  • Corindone: abrasivo duro, indicato per rimozioni aggressive su metalli resistenti.

  • Perle di vetro: ideali per finiture più delicate, utilizzate su alluminio e acciaio inox.

  • Carburo di silicio: estremamente duro, adatto a trattamenti intensivi.

  • Graniglia metallica: impiegata in lavorazioni industriali pesanti.

  • Sabbia silicea: ormai in disuso per motivi di sicurezza sanitaria (rischio silicosi), ma storicamente diffusa.

La granulometria dell’abrasivo influisce sulla finezza della finitura: più è fine, più liscia sarà la superficie.


Durata del trattamento

La durata della sabbiatura dipende da diversi fattori:

  • Dimensioni e geometria del pezzo;

  • Stato iniziale della superficie (presenza di ruggine, vernici spesse, ecc.);

  • Tipo di metallo;

  • Attrezzature e abrasivi impiegati.

In generale, è un processo rapido ed efficiente, ma può variare da pochi minuti a diverse ore per pezzi complessi o molto contaminati.


Sicurezza e considerazioni ambientali

Poiché il processo può generare polveri sottili e residui tossici (soprattutto se si lavora su superfici verniciate o arrugginite), è fondamentale adottare adeguate misure di protezione:

  • Maschere con filtri specifici;

  • Occhiali e tute protettive;

  • Sistemi di aspirazione e confinamento delle polveri;

  • Smaltimento controllato dei materiali di scarto.


 

La sabbiatura dei metalli è un trattamento superficiale indispensabile per migliorare la qualità, la durata e l’estetica dei manufatti metallici. Grazie alla sua efficacia nel pulire, preparare e rifinire, rappresenta una fase cruciale in numerosi processi industriali, di restauro e di manutenzione.

L’utilizzo delle attrezzature giuste e la corretta scelta dell’abrasivo consentono di ottenere risultati ottimali senza compromettere l’integrità del materiale trattato. In un’ottica di sostenibilità e sicurezza, è essenziale anche gestire correttamente l’intero ciclo operativo, dalla protezione degli operatori allo smaltimento dei residui.

Come avviene il processo?

L’ossido che si forma non è dovuto ad un apporto di materiale ma  ad una trasformazione della superficie originale dell’oggetto. La superficie di alluminio sottoposta ad anodizzazione viene ossidata progressivamente dall’esterno della superficie progredendo verso l’interno. L’ ossido che si forma ha un volume maggiore del metallo (alluminio) originario per cui apparentemente, dal punto di vista dimensionale,  sembra via sia un apporto di materiale, in realtà lo spessore di ossido in parte  “penetra” nel metallo in parte  “cresce” verso l’esterno. In pratica per uno spessore di es. 10 micron, 5 micron sono penetrati e 5 micron si sono espansi per cui l’aumento geometrico ammonta a 5 micron. Da notare che, su un diametro, lo spessore di 10 micron produce un aumento del diametro pari a 10 micron e non 20.

L’ossido tende a formarsi abbastanza uniformemente anche nei recessi, nei sottosquadra, all’interno di tubi. La struttura dell’ossido è molto simile alla struttura del “nido d’ape” con tubuli verticali rispetto allo spessore formato. Questi tubuli hanno un diametro molto inferiore al micron, ma particolari coloranti vi possono penetrare, potendo conferire allo strato di ossido una grande varietà di colorazioni.  Successivamente alla formazione dello strato di ossido e, alla eventuale colorazione, viene eseguita una operazione di chiusura dei pori al fine di garantire compattezza e resistenza alla corrosione. Questa operazione prende il nome di fissaggio e può avvenire a freddo o a caldo. in ogni caso i pori vengono chiusi, risulta tuttavia più sicura l’operazione di fissaggio a caldo soprattutto per gli strati di ossido colorato. 

La Sabbiatura dei Metalli: Trattamento di Superficie Essenziale

La sabbiatura dei metalli è un trattamento di superficie impiegato per pulire, levigare e preparare i metalli alla successiva lavorazione. È un processo meccanico che consiste nel proiettare ad alta velocità particelle abrasive su una superficie metallica per rimuovere contaminanti come ruggine, vernici, ossidazioni, incrostazioni o impurità.

In cosa consiste la sabbiatura

Il processo avviene tramite una macchina sabbiatrice, che utilizza un getto d’aria compressa (o acqua ad alta pressione) per spingere materiali abrasivi contro la superficie del metallo. Questo impatto abrasivo consente di:

  • Rimuovere efficacemente lo strato superficiale indesiderato;

  • Ottenere una finitura pulita e uniforme;

  • Migliorare l’adesione di rivestimenti successivi come primer, vernici, smalti o zincature.

Il trattamento è applicabile a vari tipi di metalli, tra cui acciaio, ferro, alluminio, rame e leghe speciali, ed è diffuso in ambiti industriali, edili, automobilistici e navali.


A cosa serve la sabbiatura dei metalli

La sabbiatura ha molteplici finalità pratiche:

  • Rimozione di ruggine e ossidazione: elimina efficacemente la corrosione e le incrostazioni che si formano col tempo.

  • Pulizia profonda della superficie: rimuove grasso, sporco, vernici e altri residui.

  • Preparazione alla verniciatura o zincatura: crea una micro-ruvidità ideale per garantire una maggiore adesione dei rivestimenti.

  • Restauro e manutenzione: viene usata per riportare a nuovo componenti metallici danneggiati, come parti di macchinari, strutture o telai.

  • Levigatura e rifinitura: elimina graffi, sbavature e irregolarità, migliorando anche l’estetica della superficie.


Come si esegue la sabbiatura

Esistono diverse tecnologie per realizzare la sabbiatura:

  • Cabina di sabbiatura: utilizzata per piccoli pezzi; assicura un ambiente controllato e limita la dispersione delle polveri.

  • Granigliatrice: adatta a componenti grandi o difficili da movimentare; può essere automatica o manuale.

  • Pistola sabbiatrice manuale: consente l’intervento diretto dell’operatore ed è ideale per zone specifiche o restauri localizzati.

Durante l’operazione, è importante mantenere l’ugello a una distanza e angolazione costante (circa 45-60° e 20-30 cm) e muoverlo in modo uniforme per garantire risultati omogenei.


Materiali abrasivi utilizzati

La scelta del materiale abrasivo dipende dal tipo di metallo e dal risultato desiderato:

  • Corindone: abrasivo duro, indicato per rimozioni aggressive su metalli resistenti.

  • Perle di vetro: ideali per finiture più delicate, utilizzate su alluminio e acciaio inox.

  • Carburo di silicio: estremamente duro, adatto a trattamenti intensivi.

  • Graniglia metallica: impiegata in lavorazioni industriali pesanti.

  • Sabbia silicea: ormai in disuso per motivi di sicurezza sanitaria (rischio silicosi), ma storicamente diffusa.

La granulometria dell’abrasivo influisce sulla finezza della finitura: più è fine, più liscia sarà la superficie.


Durata del trattamento

La durata della sabbiatura dipende da diversi fattori:

  • Dimensioni e geometria del pezzo;

  • Stato iniziale della superficie (presenza di ruggine, vernici spesse, ecc.);

  • Tipo di metallo;

  • Attrezzature e abrasivi impiegati.

In generale, è un processo rapido ed efficiente, ma può variare da pochi minuti a diverse ore per pezzi complessi o molto contaminati.


Sicurezza e considerazioni ambientali

Poiché il processo può generare polveri sottili e residui tossici (soprattutto se si lavora su superfici verniciate o arrugginite), è fondamentale adottare adeguate misure di protezione:

  • Maschere con filtri specifici;

  • Occhiali e tute protettive;

  • Sistemi di aspirazione e confinamento delle polveri;

  • Smaltimento controllato dei materiali di scarto.


 

La sabbiatura dei metalli è un trattamento superficiale indispensabile per migliorare la qualità, la durata e l’estetica dei manufatti metallici. Grazie alla sua efficacia nel pulire, preparare e rifinire, rappresenta una fase cruciale in numerosi processi industriali, di restauro e di manutenzione.

L’utilizzo delle attrezzature giuste e la corretta scelta dell’abrasivo consentono di ottenere risultati ottimali senza compromettere l’integrità del materiale trattato. In un’ottica di sostenibilità e sicurezza, è essenziale anche gestire correttamente l’intero ciclo operativo, dalla protezione degli operatori allo smaltimento dei residui.

Come avviene il processo?

L’ossido che si forma non è dovuto ad un apporto di materiale ma  ad una trasformazione della superficie originale dell’oggetto. La superficie di alluminio sottoposta ad anodizzazione viene ossidata progressivamente dall’esterno della superficie progredendo verso l’interno. L’ ossido che si forma ha un volume maggiore del metallo (alluminio) originario per cui apparentemente, dal punto di vista dimensionale,  sembra via sia un apporto di materiale, in realtà lo spessore di ossido in parte  “penetra” nel metallo in parte  “cresce” verso l’esterno. In pratica per uno spessore di es. 10 micron, 5 micron sono penetrati e 5 micron si sono espansi per cui l’aumento geometrico ammonta a 5 micron. Da notare che, su un diametro, lo spessore di 10 micron produce un aumento del diametro pari a 10 micron e non 20.

L’ossido tende a formarsi abbastanza uniformemente anche nei recessi, nei sottosquadra, all’interno di tubi. La struttura dell’ossido è molto simile alla struttura del “nido d’ape” con tubuli verticali rispetto allo spessore formato. Questi tubuli hanno un diametro molto inferiore al micron, ma particolari coloranti vi possono penetrare, potendo conferire allo strato di ossido una grande varietà di colorazioni.  Successivamente alla formazione dello strato di ossido e, alla eventuale colorazione, viene eseguita una operazione di chiusura dei pori al fine di garantire compattezza e resistenza alla corrosione. Questa operazione prende il nome di fissaggio e può avvenire a freddo o a caldo. in ogni caso i pori vengono chiusi, risulta tuttavia più sicura l’operazione di fissaggio a caldo soprattutto per gli strati di ossido colorato. 

Materiali trattabili

  • Acciaio inox, AISI 316, AISI 304, AISI 303,
  • Acciaio al carbonio, ferro, C40, C45, AVP, AVZ
  • Alluminio, alluminio pressofuso, 2011, 11S, 6060, 6082, 7075, Anticorodal, Ergal
  • Ottone
  • Rame
  • Sinterizzati
  • Zama

Normative

  • UNI ISO 4527

Possibili finiture

  • Sabbiatura con graniglia di ferro
  • Sabbiatura con  microsfere di vetro

Dimensioni massime trattabili (mm)

  • Graniglia di ferro 1.000 x 1.000 x 1.500
  • Microsfere di vetro  Ø 300 x 4.500

Materiali trattabili

  • Acciaio inox, AISI 316, AISI 304, AISI 303,
  • Acciaio al carbonio, ferro, C40, C45, AVP, AVZ
  • Alluminio, alluminio pressofuso, 2011, 11S, 6060, 6082, 7075, Anticorodal, Ergal
  • Ottone
  • Rame
  • Sinterizzati
  • Zama

Possibili finiture

  • Sabbiatura con graniglia di ferro
  • Sabbiatura con  microsfere di vetro

Normative

  • UNI ISO 4527

Dimensioni massime trattabili (mm)

  • Graniglia di ferro 1.000 x 1.000 x 1.500
  • Microsfere di vetro  Ø 300 x 4.500

Settori
d'applicazione

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Automotive

Meccanica

Navale / nautico

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